Il potere dell’Amore di Sé nella circolarità della vita e del respiro

Rebirthing: letteralmente “rinascita”. Rinnovamento e nuova scoperta del Sé. Uno strumento che, con gradualità, apre alla possibilità di ricordare tutti quei vissuti (registratisi ad un livello psico-fisico ed emotivo nel campo del tuo corpo) specificamente legati al periodo pre e perinatale (inclusa la nascita). Momenti di vita che hanno portato a memorizzare una certa interpretazione della realtà e da lì partire con la creazione (inconscia e inconsapevole) di convinzioni, atteggiamenti e comportamenti auto-sabotanti e non.

Passaggi, quindi, che hanno dato di vita a quello che in gergo tecnico, noi del settore, definiamo “imprinting di nascita”. Un “imprinting” o matrice che, nostro malgrado, definisce parte delle fondamenta sulle quali si vanno a costruire le varie esperienze di vita. Ma procediamo per gradi.

Dove e perché nasce il “rebirthing”? una pratica così naturale quanto magica. Per conoscerne le radici antropologiche dobbiamo fare un salto temporale e geografico nelle terre che hanno dato i natali alla pratica yogica e a tutte quelle tecniche di respiro (pranayama appunto) che hanno caratterizzato, e caratterizzano tutt’ora, il cammino di uno yogini. E da lì poi, fare un salto in America per incontrare Leonard Orr (ricercatore di discipline olistiche, nato e cresciuto a Walton, New York) che, negli anni ’60, ne riscopre la potenza attingendo ad un’antica pratica di respirazione proveniente da queste tecniche (in sanscrito chiamata “pranapanagati (*)”) che egli stesso ribattezza Rebirthing: la respirazione circolare e consapevole che consente la trasformazione di pensieri autolimitanti e negativi in pensieri costruttivi che dovrebbero essere al centro di ogni sistema educativo.

Ispirandosi all’approccio cognitivista e ai principi della psicologia trans-personale (secondo cui è possibile attuare il cambiamento positivo che si desidera operando in modo specifico sugli aspetti del sé afferenti alla sfera cognitiva con un’estensione a quella emotiva in modo tale da agire e trasformare) il rebirthing richiama la nostra attenzione e si concentra su:

  • le rappresentazioni mentali
  • l’auto-consapevolezza
  • la comunicazione
  • la motivazione
  • il superamento dei conflitti
  • le abilità di valutazione
  • la risoluzione dei problemi.

Il principio meccanico sul quale si basa è quello, appunto, del respiro circolare. Un movimento in cui tra l’inspirazione profonda e l’espirazione rilassata (e senza intervalli) si crea una circolarità che consente di portare maggiore ossigenazione ai tessuti del corpo attivando il risveglio e rilascio delle memorie (per ulteriori approfondimenti si rimanda alla lettura di testi di Sandra Roy e Bob Madell). Una tecnica quindi che agisce sulle memorie cristallizzate nel corpo fisico per liberarle. Per farle emergere. Per dare loro la possibilità di raccontarci una parte della nostra storia di vita ed allo stesso tempo offrirci l’opportunità di trasformare quanto si è pronti a trasformare.

Il percorso di Rebirthing mostra sotto una nuova luce quanto ci è accaduto nel corso della vita fornendoci nuovi strumenti di interpretazione personale. Quanto si sperimenta è una rinascita a tutti gli effetti. Una rinascita che richiede la nostra presenza attenta e amorevole. Una rinascita che consente di liberarsi di tutti quei giudizi (atteggiamenti e comportamenti) legati al tipo di interpretazione che abbiamo del mondo.

Il Rebirthing è uno strumento che apre alla conoscenza di sé utilizzando la leva del respiro. Che esplora il mondo subconscio per farne emergere i blocchi e da lì fornirci un nuovo terreno sul quale attuare una presa di coscienza di ciò che era; consapevolizzarne gli effetti che ha avuto su di noi; integrarne la lezione per poi proseguire il cammino più leggeri e centrati liberando le potenzialità già presenti ma bloccate.

L’indirizzo cognitivista del Rebirthing sottolinea il ruolo essenziale che gli schemi creatisi attraverso il processo di elaborazione della realtà determinano la stessa realtà di un individuo. In questo non ci sono colpe o ragioni. C’è un processo biologico. Un processo connaturato allo sviluppo cognitivo del bambino prima e dell’adulto poi che hanno determinato il formarsi di un comportamento ben preciso. Comportamento frutto di convinzioni (intese come formazioni che hanno assunto una forma ben precisa ed uno scopo ben preciso). Convinzioni che si sono create sulla base dell’interpretazione che abbiamo dato della realtà e che possono arrivare ad influenzare negativamente la vita di tutti giorni.

L’esperienza soggettiva, con la quale si intende indicare tutta quella realtà fenomenologica vissuta tra gli zero e i sette anni (consolidata, a seguire, negli anni del completamento dello sviluppo e della definizione del pensiero logico) è il tema centrale del Rebirthing.

L’Operatore si pone in condizione di ascolto. Accoglie (senza giudizio) tutto il vissuto e le esperienze del cliente con l’obiettivo di comprenderne la struttura di riferimento interna (individuare le basi sulle quali il mondo interiore del cliente è stato costruito) e da lì accompagnarlo in una “riorganizzazione” di significato del proprio linguaggio simbolico e del suo Senso di Sé fornendogli nuovi spunti. Tale processo si fonda sulla unicità della natura del cliente e sulla unicità del suo vissuto personale puntando verso la riattivazione delle sue capacità di auto-guarigione e trasformazione già presenti a livello potenziale ma, fino a quel momento, pressoché dormienti.

Il Rebirthing è centrato sulla persona, non sul problema. È una tecnica che, attraverso la respirazione circolare e connessa, porta il cliente ad aprire la “comunicazione” tra la mente conscia e sub-conscia consentendosi l’accesso a tutti quei dati che, rielaborando i confini di un terreno sul quale proliferavano le difficoltà, lo mette in condizione di portare armonia e gioia di vivere là dove vedeva e sentiva solo disperazione e disagio.

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Pranapanagati (*): lo Yogi che immette il respiro inalante nel respiro esalante, e il respiro esalante nel respiro inalante, tramite Pranapanagati porta la vita e la morte sotto il suo controllo e giunge alla Conoscenza trascendente”. Bhagavad Gita IV, 29″.

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