Essere vita… o essere morte?!

Di fatto moriamo a noi stessi ogni giorno. Moriamo quando la sera andiamo a dormire chiudendo gli occhi alla giornata oramai trascorsa e moriamo quando ci neghiamo la possibilità di vivere una esperienza nuova, o diversa dalle solite vissute, per paura…

Da un paio di settimane sono arrivata nella terra che mi ha dato i natali con l’obiettivo di sistemare alcune questioni familiari rimaste in sospeso e che mi vedranno sostare in zona ancora per qualche tempo.

Con un altalenante movimento di vecchie emozioni e ricordi di vita vissuta tra queste murami ritrovo, quotidianamente, a svuotare mobili, cerniere vecchia e nuova posta ed osservare foto ritrovando pezzi di famiglia e di storia oramai andata, dimenticata.

In questo andirivieni di vecchi e nuovi orizzonti si sbloccano meccanismi che spesso riportano alla mia mente l’idea della morte mostrandomela sotto svariate forme ed allora inizio a domandarmi: cosa è la morte? Di cosa stiamo parlando? Perché esiste? In cosa consiste? Qual è la sua funzione? Perché il suo sopraggiungere ci crea ansia? È quale è il modo migliore per affrontarla? …se veramente ne esiste uno…

Certo è che quando tocchiamo questo tasto tutto intorno a noi sembra rarefarsi! Il tempo si ferma e lo spazio intorno e dentro di noi sembra sospendersi. E forse proprio di questo si tratta sospensione, stato transitorio, momento di valutazione se mantenere o lascia reandare. Cosa fare quindi?

La morte per come l’ho incontrata e conosciuta attraverso la mia esperienza di vita è un’opportunità di cambiamento che si apre dinnanzi al tuo cammino attraverso la quale puoi trasformare una situazione o vissuto oppure fare finta di niente e voltare il tuo sguardo altrove….credendo che l’Universo (l’Esistenza nella quale sei calato/a) se ne dimentichi o si dimentichi di te! Di fatto non funziona così! Ogni scelta fatta, o ogni mancata scelta fatta, nel corso del nostro cammino determina degli effetti! Si tratta di Karma certo….la legge di causa-effetto. Ad ogni azione corrisponde una reazione, un nuovo movimento, un nuovo dischiudersi di opportunità potenziali che possono portarci a vivere in una condizione di pace interiore oppure di guerra. Tutto dipende da noi…anche coloro che sono nel nostro intorno consentendoci di fare le esperienze di cui abbiamo bisogno!

Così facendo di fatto moriamo a noi stessi ogni giorno. Moriamo quando la sera andiamo a dormire chiudendo gli occhi alla giornata oramai trascorsa e moriamo quando ci neghiamo la possibilità di vivere una esperienza nuova, o diversa dalle solite, per paura.Moriamo quando giudichiamo noi stessi ed ammazziamo quando giudichiamo l’altro o gli altri. Moriamo quando ci neghiamo la possibilità di essere chi siamo e quando neghiamola possibilità all’altro di essere chi è. Moriamo quando ci neghiamo l’Amore e quando ci neghiamo la possibilità di imparare a riceverlo!

La Morte sì… ha mille e più sfaccettature! Ma nel profondo ciò che esige portare al nostro cospetto è l’opportunità di cambiamento che in essa si cela. Imparare a morire ci aiuta ad entrare nello spazio del qui e ora e questo non per insegnarci l’apparente caducità dellaVita, ma per raccontarci della Sua Forza e della Tua che sei in grado di rialzarti ad ogni passo più forte e presente se lo desideri. Imparare a morire ci insegna ad essere umili edad accogliere la Vita così come abbiamo chiesto che giunga a noi per crescere con Lei dandole nuovo significato. Ditemi dunque: Cosa è la Morte se non una Vita Trasformata?!

Vivi e scoprirai che vivendo muori ogni giorno….muori ogni attimo! Muori e scoprirai che nella Vita c’è l’infinito da scoprire…un infinito che richiede il tuo intervento per essere plasmato così come tu lo desideri.

Questa è la Morte, questa è la Vita! Reazioni che distruggono ed Azioni che plasmano. Ladove deciderei di Essere determinerai se Essere Morte o Essere Vita!

Vivi…perché solo vivendo potrai comprendere profondamente il significato della morte!Muori perché così facendo rinascerai a te stesso ogni attimo e la tua Vita potrà esprimerti!

Stefania F.

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